La posa della targa 1934/2014 Ottant'anni che son quassù... - Gruppo vigolana

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La posa della targa 1934/2014 Ottant'anni che son quassù...

La posa della targa 1934/2014 Ottant'anni che son quassù...


La nascita
Cit. dal libro "Cultura alpina" - testo di Augusto Rossetto


Papa Pio XI, il 24 dicembre 1932, nel fare gli auguri natalizi ai Cardinali, annuncia l'intenzione di indire un Giubileo straordinario per celebrare i 1900 anni della Crocifissione di Cristo. L'Anno Santo si sarebbe aperto il 2 aprile del 1933, per terminare il lunedì di Pasqua.
La notizia si diffonde in un battibaleno anche sull'Altopiano della Vigolana dove tutte le comunità parrocchiali si impegnano per celebrare al meglio quella ricorrenza.
A Bosentino, piccolo paese dell'Altopiano, svolte la sua opera di coadiutore del parroco Don Enrico Perazzoli, un sacerdote che, quando gli impegni sacerdotali glielo permettono, è solito salire da solo e in compagnia di amici i sentieri della Vigolana che da sempre i montanari chiamano "La Madonnina".
Durante una di queste escursioni viene folgorato da un'idea: portare su quella vetta una statua che rappresenti quando vissuto 1900 anni prima sul Golgota.
Ritornato in paese ne parla con il parroco e con gli amici più fidati, da cui riceve un pieno assenso e tutto l'appoggio per portare avanti il progetto.
Bisogna trovare un artista a cui spiegare quell'idea e soprattutto cercare la copertura finanziaria del progetto, cosa tutt'altro che facile.
Un amico alpinista gli suggerisce il nome di un artista trentino, maestro dello sbalzo e del cesello: Gustavo Benetti. [...] Don enrico si reca a Trento e bussa alla porta della famosa fucina dove Custavo Benetti lavora. Senza tanti preamboli Don Enrico espone il suo progetto a Gustavo che, colpito dalla foga con la quale parla il sacerdote, alla fine sigilla l'accordo con una forte stretta di mano.
Si rincontrano a breve per visionare un bozzetto elaborato da Livio, figlio dell'artista, che in quel periodo studia scultura a Firenze.
Livio schizza sulla carta qualcosa di unico che papà Gustavo cesella nel rame. Una semplice croce con impresse le parole di Jacopo da Tosi:
 

STABAT MATER DOLOROSA
IUXTA CRUCEM LACRIMOSA
ANNO SANNO 1933/34
 


E davanti ad essa la Vergine Addolorata con il petto traficco dalle sette spade.
Verso la fine dell'estate 1934 il gruppo artistico è terminato e la comunità parrocchiale di Bosentino decide che, tempo permettendo, la statua e la croce sarebbero stati portati sulla vetta della guglia il giorno 7 ottobre, festa della Madonna del Rosario. [...]

La collocano su basamento, precedentemente predisposto, col volto rivolto al paese da dove erano partiti alle prime luci del giorno.
Don Enrico benedice la statua e tutti i presenti si inginocchiano, sussurrano la preghiera, poi il silenzio...
La posa di quella statua suscita nel mondo alpinistico trentino un notevole interesse per quella guglia, alpinisticamente non difficile, ma che la presenza di quel segno di fede fa diventare attraente. [...]

Arriva la guerra con il suo carico di dolore e di morte, ma anche in quegli anni tristi i montanari non dimenticano quella statua e così qualcuno sale per dimenticare gli orrori del conflitto, altri per sciogliere una promessa fatta sui campi di battaglia.
Tornata la pace inizia un ricambio generazionale e fra coloro che giungono su quella vetta ci sono molti giovani nelle cui menti prendono forma progetti più disparati. Una delle più singolari è quella di un gruppo di amici di Bosentino che vuole portare ai piedi della statua della Vergine Addolorata una lampada votiva.
Creano un contenitore nel quale riporre del carburo di calcio che a contatto con l'acqua produce acetilene, un gas più leggero dell'aria. Questo gas, attraverso un tubo, viene convogliato ad un ugello protetto da vetri posto al centro di una lampada affinchè il cento non spenga la fiamma.
In teoria una buona idea, ma non nella pratica ed i resti arruginiti di quel progetto si possono ancora vedere fissati nella roccia.
Passano molti anni e nella primavera del 1987 due escursionisti sostano ai piedi della guglia, alzano lo sguardo e si accorgono che la statua e la croce non sono più al loro posto. Cercano in tutte le direzioni; forse il vento impetuoso dell'inverno le ha fatte precipitare e sono ancora sepolte sotto la neve. Scendono lentamente a valle e molto più in basso, trattenuta da alcuni massi, trovano la statua, ma della croce nessuna traccia, e la croce?????
 

la storia continua nel libri "80 anni che son quassù"... (contattaci)
  

 
 
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